Si svolse al Teatro Ariston di Sanremo dal 28 al 30 gennaio 1982 e fu condotto per la terza volta consecutiva da Claudio Cecchetto, affiancato da Patrizia Rossetti. Gianni Ravera ricoprì il ruolo di direttore artistico anche per questa edizione e prosegue il momento d’oro della manifestazione canora. Trionfa Riccardo Fogli con “Storie di tutti i giorni”, seguito dalla coppia Al Bano Carrisi e Romina Power con “Felicità” e da Drupi con “Soli”. Tra le altre canzoni degne di nota, ricordiamo: “Una rosa blu” di Michele Zarrillo, oltre ai due prestigiosi esordi di Zucchero con “Una notte che vola via” e Vasco Rossi con “Vado al massimo”.
La scenografia è più simile a una discoteca che a un teatro: alta tecnologia per l’impianto luminoso con giochi di luci colorate tipiche delle discoteche di quegli anni.
Ci fu l’istituzione del premio della critica che fu appannaggio di Mia Martini che interpretò E non finisce mica il cielo, scritta per lei da Ivano Fossati; fu la prima delle tre vittorie di tale premio per la cantante di Bagnara Calabra alla quale, nel 1996, fu definitivamente intitolato il premio dopo la sua morte avvenuta l’anno precedente. Nonostante il successo per la Martini dopo il Festival si aprirà un lungo e sofferto periodo d’ostracismo da parte dell’ambiente musicale, dovuto alla triste diceria che portasse sfortuna, periodo che si concluderà solo sette anni dopo con una nuova partecipazione al Festival, che la riportò al successo.
Fu inoltre la prima volta che un ospite (Bee Gees) si esibì in collegamento satellitare (da New York).
La prima serata si apre con l’intervento del medium televisivo Giucas Casella, sicuro di conoscere il nome del vincitore, che consegna la busta con il suo pronostico al giornalista Mario Luzzato Fegiz del Corriere della Sera. Il pronostico di Casella si rivelerà poi azzeccato! Alla fine della serata, tra i bocciati dalle giurie c’è Claudio Villa. Ma il “reuccio” non ci sta e accusa Gianni Ravera di poca trasparenza: «Le giurie non esistono, l’unico giurato è Ravera» affermerà Villa. Il cantante si rivolge addirittura al pretore di Sanremo per chiedere all’organizzazione di rendere pubblici i verbali delle giurie. Ce n’è abbastanza per sospendere il Festival. Quando se ne rende conto, Villa non se la sente di insistere e sceglie di sottoscrivere un compromesso con Ravera: uno degli eliminati, attraverso un sorteggio, sarà ripescato e ammesso alla finale. Il «fortunato» è Michele Zarrillo, in gara con «Una rosa blu» (in una nuova versione, il brano avrà il meritato successo solo alla fine degli Anni 90), ma lui, d’accordo con la sua casa discografica (la Cbs), deciderà di non presentarsi sul palco per solidarietà con Ravera.
Il parco ospiti è di alto livello: Diego Abatantuono in versione «terrunciello» si esibisce con una gamba ingessata in un medley di successi recenti (da «Balla balla ballerino» di Lucio Dalla a «Cervo a primavera» di Riccardo Cocciante»), Claudia Mori canta fuori gara «Non succederà più», destinata a diventare il singolo più venduto di questo Festival. Inoltre, star internazionali come i Van Halen, i Village People, Daryl Hall & John Oates.
Posizione | Interprete | Canzone | Autori | Voti ricevuti |
---|---|---|---|---|
1º | Riccardo Fogli | Storie di tutti i giorni | R. Fogli, G. Morra e M. Fabrizio | 820 |
2º | Al Bano e Romina Power | Felicità | C. Minellono, G. De Stefani e D. Farina | 789 |
3º | Drupi | Soli | G. Anelli, G. Belleno e V. De Scalzi | 322 |