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Il 1980 è l’anno della svolta, la F1 comincia a trasformarsi da uno sport per pochi appassionati ad un business multimiliardario; molti piloti di rilievo come Fittipaldi e Scheckter decidono di attaccare il casco al chiodo, al loro posto si affacceranno sulla scena dei piloti sconosciuti, tra i quali spiccano due figure quella di Alain Prost e quella di Nigel Mansell. Sono gli anni della Formula 1 da “bere”, parafrasando uno spot pubblicitario molto in voga in quegli anni. Anni dei motori turbo che innalzano la potenza fino a 1000 CV ma anche una compresenza di super campioni.
Parata di stelle
Basta guardare la lista dei 21 piloti che hanno vinto almeno un Gran premio e ci rende conto dello spessore dei corridori in pista in quegli anni. Finisce l’era Lauda che vince il suo ultimo campionato nell’84, ma comincia quella di Piquet (3 campionati vinti), Mansell (che vincerà un campionato solo nel ’92), Prost (3 campionati vinti + 3 secondi posto), Senna (il primo campionato dei 3 che vinse), e dei nostri grandi nomi come Alboreto, Patrese, De Angelis e Nannini.
Anni di dolori, purtroppo con le morti in pista di Gilles Villeneuve, Patrick Depailler, Riccardo Paletti e Elio De Angelis, gli incidenti che hanno cambiato la vita a Pironì, Regazzoni e Laffite. La Formula 1 comincia a diventare uno spettacolo televisivo mondiale, Bernie Ecclestone prende in gestione i diritti commerciali e comincia a trasformare sempre più lo sport in business. Anche per la Formula 1 gli anni Ottanta sono quelli dell’opulenza, ci sono stagioni in cui si deve ricorrere alle prequalifiche perché ci sono troppe squadre iscritte.
Il Mito di Gilles Villeneuve

La rivista Time lo omaggia con un bella foto di copertina dove giganteggia con la sua Ferrari. E gli altri piloti? Quasi delle comparse graziate da monoposto che con la loro sofisticazione tecnica, cominciavano a trasformare il pilota a semplice passeggero. Villeneuve, invece, fa parlare di se e riempie le cronache, fuori e dentro le piste. Il dualismo tra motori turbo e aspirati durerà ancora per tutta la stagione 1982, tra ragionieri e attaccanti. Il pilota attaccante per antonomasia è, manco a dirlo, Villeneuve che è chiamato a una stagione da protagonista e sembra che la Ferrari imbattibile, uno dei capolavori di Mauro Forghieri, possa finalmente permetterglielo. Ma la sua stella si spegne in una curva di Zolder l’8 maggio 1982. La lite di Imola con il suo compagno di squadra e vecchio amico Pironì lo aveva trasformato e quel sabato stava inseguendo con gomme vecchie un giro record proprio per battere il suo compagno. Il destino fatale anche con Pironì, che in Germania ci lasciò gambe e quindi sogni mondiali. Quella Ferrari era imbattibile, ma i suoi eroi erano uomini mortali. Per spiegare l’amore di tutti per il pilota basta citare quel che ebbe a dire Enzo Ferrari dopo la morte di Villeneuve.

«Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene.»
(Enzo Ferrari)
Poker di campioni
Ecco l’immagine simbolo di quegli anni, quella che ritrae seduti l’uno accanto all’altro sul muretto dei box di Estoril: Senna, Prost, Piquet e Mansell. I loro duelli hanno spesso passato anche i limiti, ma ancora oggi vale la pena ricordarli e rivederli.

Ayrton Senna (BRA) Lotus, Alain Prost (FRA) McLaren e Williams Nigel Mansell (GBR) e Nelson Piquet (BRA).
Estoril, 21 Settembre 1986.
Niki Lauda, al rientro dopo un primo ritiro nel 1982, batté la giovane promessa e compagno di squadra Alain Prost nella corsa al titolo nella stagione 1984. Soltanto per mezzo punto di scarto, il minore distacco dal secondo classificato registrato della storia. Questo mezzo punto di differenza nella classifica finale del campionato scatenò polemiche in quanto era arrivato dopo l’interruzione per pioggia (prima del compimento del 75% dei giri previsti) del Gran Premio di Montecarlo, che provocò l’assegnazione di metà punteggio. Prost vinse quella corsa, ma il debuttante Ayrton Senna (un giovane brasiliano con lo sguardo malinconico che però riempie di gioia chi lo vede guidare) con la modesta Toleman si presenta al mondo piazzandosi secondo sotto il diluvio della pista monegasca destando non poca impressione; gli basteranno dieci anni per diventare immortale nel cuore degli appassionati. Era l’inizio di una rivalità tra i due uomini che continuò per quasi un decennio. Ma Prost, nei primi anni, aveva mantenuto il vantaggio guidando per la scuderia McLaren motorizzata con il turbo TAG Porsche dove conquistò tre titoli mondiali in pochi anni, il primo nella stagione 1985.
Quella del 1986 fu un’altra stagione combattuta sino all’ultimo. Le Williams motorizzate Honda di Nelson Piquet e Nigel Mansell sembravano imbattibili, ma si rubarono punti l’uno con l’altro, permettendo alla McLaren di Prost di rimanere vicino. Anche se la scuderia Williams vinse facilmente il Campionato Costruttori, quell’anno il titolo piloti fu deciso solo all’ultimo Gran Premio della stagione, in Australia. Prost prese il secondo titolo con molta fortuna, quando entrambi i piloti Williams soffrirono di problemi agli pneumatici. Il 1987 vide uno sviluppo significativo soltanto dalla Williams, con Piquet che guidando di sostanza nelle gare vinse il suo terzo titolo davanti a Mansell.
La stagione vide anche il ritorno dei motori atmosferici in Formula 1, dopo un’annata – quella del 1986 – caratterizzata soltanto dal turbo e considerata inoltre quella delle vetture più potenti della storia. La cilindrata fu aumentata a 3,5 litri, e i motori turbo vennero ristretti nell’alimentazione della pressione nella stagione 1988 e nella capacità del serbatoio per limitare il loro effetto, con il divieto totale introdotto nel 1989.
La McLaren di Ron Dennis prova a metterli insieme i due assi del momento, Prost e Senna. La McLaren diventa così uno squadrone imbattibile, ma con un equilibrio nello “spogliatoio” molto instabile e precario. Non si parleranno più dal Gran premio di San Marino del 1989, quello in cui Berger sopravvisse alle fiamme del Tamburello, ma cominceranno a prendersi a sportellate trasformando la pista di Suzuka in una pista di autoscontro. Però che nostalgia di quelle battaglie epiche in pista e fuori… ad averne di campioni così e con campionati mondiali incerti sino all’ultima gara e non invece decisi 3-4 gare prima della fine.
annuario dei campioni
Anno | Pilota | Foto | Nazionalità | Scuderia | Motore |
1980 | Alan Jones | ![]() | ![]() | ![]() | Ford-Cosworth |
1981 | Nelson Piquet | ![]() | ![]() | ![]() | Ford-Cosworth |
1982 | Keke Rosberg | ![]() | ![]() | ![]() | Ford-Cosworth |
1983 | Nelson Piquet | ![]() | ![]() | ![]() | Bmw-turbo |
1984 | Niki Lauda | ![]() | ![]() | ![]() | TAG Porsche-turbo |
1985 | Alain Prost | ![]() | ![]() | ![]() | TAG Porsche-turbo |
1986 | Alain Prost | ![]() | ![]() | ![]() | TAG Porsche-turbo |
1987 | Nelson Piquet | ![]() | ![]() | ![]() | Honda-turbo |
1988 | Ayrton Senna | ![]() | ![]() | ![]() | Honda-turbo |
1989 | Alain Prost | ![]() | ![]() | ![]() | Honda |