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Olimpiadi dimezzate dai boicottaggi e dal doping ma anche grandi successi italiani
Certamente iniziati sotto cattivi auspici, con il boicottaggio americano (e di altre 14 nazioni occidentali) delle Olimpiadi di Mosca 1980 per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan da parte delle truppe dell’Unione sovietica, gli anni ’80 dello sport si sarebbero rivelati ricchi di successi italiani e di grandi atleti. Il 28 luglio 1980, una delle imprese più grandi dello sport italiano, quando Mennea conquistò gli occhi del mondo. A quelle Olimpiadi, boicottate non andarono gli atleti azzurri militari ma lui vinse anche per loro.
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Niente può eguagliare quel che successe allo stadio di calcio Santiago Bernabeu di Madrid l’11 luglio 1982, con Dino Zoff che alza al cielo la Coppa del Mondo di calcio.
Le straordinarie imprese di Carl Lewis alle Olimpiadi, nel tennis i duelli Borg-McEnroe, nella F1 l’inizio dell’era del grandissimo e rimpianto Senna, le magie di Maradona, Magic Johnson e Larry Bird nel basket, gli eroici fratelli Abbagnale nel canottaggio e l’emozionante commento di “bisteccone” Galeazzi, il Grande Slam della Graf, le Coppe del mondo di Girardelli e l’inizio dell’epopea di Alberto Tomba.
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E che dire dell’America’s Cup di vela che tante nuove e inaspettate soddisfazioni regalò, appassionando improvvisamente cinquanta milioni di italiani, nella primavera dell’83 sfiorando il successo.
Nel 1984 l’Unione Sovietica e 13 suoi Paesi satelliti, tranne la Romania, boicottano i Giochi di Los Angeles. Lo spirito di De Coubertin e delle Olimpiadi greche, capaci i fermare le guerre per consacrare la purezza e la fratellanza dello sport sono molto più lontani di 2700 anni… sono lontani anni luce! Sui cinque cerchi, a Seoul, nel 1988, cala poi come una ghigliottina lo scandalo del doping.
Nel 1985 capro espiatorio di un intero sistema marcio di doping (molti altri campioni successivamente vennero accusati di fare uso di sostanze stupefacenti) è Ben Johnson un atleta canadese di origine giamaicana, campione mondiale indoor dei 60 metri piani. Corre la finale, in Corea, dei cento metri piani e ferma il cronometro su 9”79, ma ai test antidoping risulterà positivo; verrà squalificato, vittoria e record del mondo annullati.