Certi giochi rimarranno per sempre. Questo è uno (forse il primo e dopo metterei Frogger) di quei giochi che sono destinati all’immortalità. Conosco qualcuno che quasi a 60 anni ci gioca spesso…
Non é stato un semplice gioco, ma un fenomeno di costume della stessa portata del cubo di Rubik, degli swatch, delle timberland, un mito che resiste ai 30 e passa anni da quando portò le sale gioco di mezzo mondo fuori dalla preistoria di “Pong” e di “Asteroid” e dentro una nuova dimensione di divertimento ludico a colori. Un gameplay semplicità e straordinario: il giocatore deve guidare una creatura sferica di colore giallo (secondo la leggenda, Toru Iwatani, il dipendente della Namco che lo inventò, prese l’ispirazione per le forma del personaggio da una pizza da cui aveva tagliato una fetta), chiamata Pac-Man, facendole mangiare tutti i numerosi puntini disseminati ordinatamente all’interno del labirinto e, nel far questo, cercando di evitare l’arrivo di quattro fantasmini colorati (Blinky il rosso, Pinky il rosa, Inky il celeste, Pokey l’arancione), pena la perdita immediata di una delle vite a disposizione. Per facilitare il compito al giocatore sono presenti, presso gli angoli dello schermo di gioco, quattro “pillole” speciali (power pills) che rovesciano la situazione rendendo vulnerabili i fantasmi, che diventano blu e, per 10 secondi esatti, invertono la loro marcia; per guadagnare punti, è possibile in questa fase andare a caccia degli stessi fantasmi, per mangiarli.
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